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Identificazione degli indici di rischio
e Interventi Preventivi nella prima infanzia

Nell’ambito della Clinica con i bambini, nel Centro riteniamo estremamente importante l’attuazione di specifici Programmi finalizzati alla prevenzione di possibili patologie future. A partire dall’individuazione di precisi indici di rischio che si manifestano durante la prima infanzia, l’intervento preventivo mira all’incremento dello sviluppo motorio, cognitivo-linguistico e socio-emotivo del bambino. Contestualmente, uno spazio particolare viene destinato all’incentivazione delle competenze genitoriali e, in particolare, alla relazione di attaccamento madre-bambino.

Prevenzione nella fascia
di età 0-6 mesi: la “care genitoriale”

L’Intervento Preventivo nei primissimi mesi di vita si traduce in una “care” dei genitori che solo in seguito troverà la sua articolazione in un vero e proprio parent training. È rivolto a genitori di bambini prematuri o a basso peso alla nascita, che hanno avuto un parto traumatico o vissuto una sofferenza dopo la nascita o una precoce separazione dal bambino. L’Intervento può essere destinato anche ai genitori che, trovandosi alla loro prima esperienza, vivono in un comprensibile disorientamento nell’esercizio delle funzioni quotidiane di cura e di accudimento dovuto al fatto che “quando nasce un bambino, nascono anche una mamma e un papà”. Dopo un primo momento di ascolto dei genitori relativamente ai vissuti personali ed alle difficoltà incontrate nella relazione con il bambino, viene svolta un’osservazione del bimbo, in particolare nella relazione con la madre, svolta a domicilio se richiesta. Tale osservazione, contrassegnata da discrezione e delicatezza, permette di cogliere le fatiche del bambino e lo stile di accudimento genitoriale affinché possa essere orientato al meglio. Può accadere, infatti, che le routines del sonno, della pappa, del bagnetto ma anche delle coccole possono rivelarsi particolarmente problematiche per il genitore se il bambino si mostra rigido, rifiutante, o poco interattivo o scarsamente consolabile. L’Intervento orienta il genitore a riconoscere i segnali lanciati dal piccolo e a valorizzare le pause, il dondolio, il tocco delicato. Al genitore, dunque, viene fornito un sostegno affinché possa “riorganizzare” la sua funzione realizzando un dialogo col proprio bimbo anche mediato da strumenti facilitanti la relazione stessa quali la lettura ad alta voce, il massaggio con l’olio, il bagnetto e, quando sarà un po’ più grande, l’utilizzo di oggetti tattili e sonori.

Prevenzione nella fascia
di età 6-18 mesi: l’ “Accudimento abilitativo”

L’Intervento proposto dal Centro nella fascia d’età 6-18 mesi prevede una forma di accudimento che valorizza il potenziale abilitativo delle esperienze di vita quotidiana e delle relazioni del piccolo con l’ambiente le quali, intenzionalmente orientate, possono tradursi in preziose occasioni di stimolazione globale delle abilità neuro-comportamentali del bambino che presenta punti di fragilità nella sua evoluzione. Queste ultime possono riguardare condizioni di prematurità, alterazione dei ritmi alimentari e del sonno, ipersensibilità ai rumori ed alle stimolazioni tattili, ridotta interazione di sguardo e di risposta al contatto materno, assenza o povertà nelle produzioni vocaliche e di lallazione, ritardi nelle fasi della deambulazione e nell’esplorazione dell’ambiente o nel gioco. Rilevando attentamente questi aspetti di vulnerabilità si apre in modo significativo la possibilità di un intervento precoce orientato al ripristino della traiettoria evolutiva in cui il bambino dovrebbe collocarsi ed al mantenimento della relazione genitore-bambino che le ridotte capacità d’interazione del piccolo rendono vulnerabili.

Prevenzione nella fascia
di età 18-36 mesi: “Genitori competenti”

Nella fascia di età 18-36 mesi il Progetto terapeutico prevede colloqui con la famiglia che può apparire disorientata a causa di un possibile mancato raggiungimento di alcune abilità del bambino evidenziato dalla Scuola o dal confronto con i pari. L’osservazione clinica può rilevare gli indici di rischio più frequenti in merito all’autonomia nella vita pratica, alla capacità di prestare attenzione, all’adeguatezza dei parametri motorio-prassici e della postura, alla dimensione dello scambio relazionale, allo sviluppo del linguaggio nelle sue tappe di acquisizione e nella qualità della produzione e della comprensione. L’Intervento, allora, muovendo da un’ottica evolutiva, viene calibrato sia sulla fascia d’età che sui segni clinici considerati predittivi di possibili future patologie. I genitori vengono resi attenti e competenti dal punto di vista educativo e nella stimolazione mirata delle funzioni fragili.